” Le imprese e la sostenibilità: occorre fare chiarezza filiera “
La sostenibilità delle imprese a fronte della finanza e del credito bancario è stato uno dei temi più importanti toccati durante le due giornate del 2° FORUM ESG 2030, svoltosi a Roma il 18 e 19 aprile 2024 presso Unioncamere, organizzato da Diligentia ETS in collaborazione con Unioncamere.
Tra i tanti temi che sono stati trattati durante la seconda edizione del Forum ESG 2030, tenutosi a Roma nelle giornate del 18 e 19 aprile 2024 e organizzato da Diligentia ETS in collaborazione con Unioncamere, un momento importante di condivisione è stata la presentazione della Linea guida Responsible Supply Chain: approcci e strumenti per il miglioramento della gestione dei rischi ESG nel rapporto imprese-filiere di fornitura.
Il report “Linea guida Responsible Supply Chain” non è certo un punto d’arrivo ma piuttosto di partenza, e nasce da un progetto sviluppato all’interno delle attività della Commissione Tecnica Diligentia ETS “Imprese e filiere di fornitura responsabili: Due Diligence e Green Public Procurement”, co-finanziato dal ministero dell’Ambiente e Sicurezza.
Al tavolo di confronto e discussione sulla materia delle certificazioni inerenti alla filiera hanno partecipato Lorenzo Orsenigo, consigliere di Diligentia ETS e presidente di AIS, Associazione Infrastrutture Sostenibili, chairman e MD di ICMQ Srl;
Alessandra Mascioli, CNR presso la DG EC, ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica;
Stefano Fasani, direttore del programma Open-Es di Eni;
Claudia DI Bernardino, United Nation Economic Commissione for Europe.
“È stato fatto un lavoro meticoloso per valutare e mettere in ordine le maggiori piattaforme utilizzate dalle imprese per le autovalutazioni degli ESG”, ha spiegato Lorenzo Orsenigo di Diligentia ETS.
Quello che è emerso dalla discussione è che proprio a fronte del grande numero di piattaforme e di soprattutto le piccole e medie imprese vanno aiutate nel loro percorso verso la sostenibilità, perché le compilazioni dei questionari a volte non sono semplicissimi.
“Il disagio è stato manifestato in maniera chiara da parte delle aziende, soprattutto perché alla fine tutti questi misuratori non sono comparabili né offrono un vero feedback, una valutazione finale che consenta, per esempio, di capire la propria posizione quando si partecipa a una gara d’appalto, o che abbia un autentico valore per il mondo finanziario, creditizio e assicurativo.”
“Oltretutto richiedono spesso alle imprese un dispendio di risorse umane”, ha continuato Orsenigo.
“Le autovalutazioni peccano infine di affidabilità e credibilità. Per tutti questi motivi abbiamo fatto questo percorso ed espresso questa Linea guida che è possibile scaricare in PDF dal sito di Diligentia ETS “
Come ha poi sottolineato Alessandra Mascioli : “L’Italia è stato uno dei primi Paesi che ha imposto l’obbligo di introdurre dei criteri ambientali all’interno delle Gare d’Appalto pubbliche.
Ci sono dei criteri ambientali minimi, connessi alle diverse fasi della definizione della procedura di gara, quindi specifiche tecniche, delle clausole contrattuali, criteri premianti per la selezione dei candidati.
Ci sono anche i criteri sociali e quelli sulla filiera”.
La proposta finale, emersa dai diversi tavoli, è stata quella di un “Passaporto ESG”, uno strumento unico di valutazione su tutti gli aspetti e rischi ESG, rilasciato da terze parti accreditate rispetto a norme internazionali, che consenta di soddisfare la richiesta di informazioni di sostenibilità, anche sulla filiera e la tracciabilità, proveniente da banche e investitori, buyers e stazioni appaltanti, pubblica amministrazione e altre parti interessate. Un sistema, insomma, che offra garanzie di indipendenza, imparzialità e misurabilità.
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