Quando il profitto si fonde con il concetto di sostenibilità
La sostenibilità – intesa nella sua più ampia accezione – rappresenta la stella polare di questo millennio, un concetto da tramutare in strumento per affrontare responsabilmente il tempo presente, così da garantire quello futuro. L’ESG si contestualizza in uno scenario di economia sostenibile, dove ambiente, valore sociale e buona gestione ricoprono ruoli di primo piano.
Sul finire del secolo scorso presero corpo idee e iniziative poi riunite sotto l’insegna Triple Bottom Line – conosciute anche come PPP – Persone, Pianeta e Profitti – secondo le quali il profitto non doveva essere il solo protagonista. Lo sviluppo di questa concezione ha condotto ai fattori ESG, oggi ampiamente affermati anche in ambito finanziario e caposaldo in tema di SRI (Socially Responsible Investing).
Criteri
L’acronimo ESG – Environmental, Social and Governance – esprime un parametro strutturato secondo tre criteri, utile per valutare la sostenibilità delle imprese e degli investimenti.
– Ambiente, responsabilità nei confronti del pianeta: efficienza produttiva; rispetto delle risorse naturali; attenzione alle biodiversità; sicurezza agroalimentare; contenimento delle emissioni di anidride carbonica.
– Sociale, riferimento alle attività che impattano maggiormente sulla collettività: rispetto dei diritti umani, civili e lavorativi; politiche relative alle diversità (genere, etnica, ecc.); mantenimento di condizioni di lavoro adeguate; osservanza delle leggi sul lavoro minorile; uguaglianza e inclusione.
– Gestione, responsabilità di governance delle aziende: strategie e retribuzioni; rispetto della meritocrazia e dei diritti degli azionisti; remunerazione del comitato esecutivo e del consiglio di amministrazione.
Circuito virtuoso e analisi
Le azioni regolate secondo le sopraindicate coordinate hanno l’obiettivo di innescare un circuito virtuoso secondo il quale le imprese, creando valore per tutti, hanno maggiori probabilità di avere successo e di generare ottimi rendimenti.
L’osservazione del modo in cui le aziende operano nella società e lo studio delle proiezioni e delle tendenze diventano quindi fondamentali per l’analisi ESG, che può consentire agli investitori di prendere decisioni con molte più informazioni in tasca. Soggetti che, a loro volta, possono agire in modo più responsabile attraverso strategie di medio-lungo termine.
Dati e rating
Vi sono diverse agenzie, specializzate in raccolta e analisi dei dati in materia di sostenibilità, che provvedono a elaborare classificazioni ESG delle imprese. Le aziende che ottengono valori elevati nei vari ranking, si contraddistinguono generalmente per valida gestione e orientamento al futuro, aspetto importante per gli investitori, sempre più consapevoli del valore delle performance di lungo termine di una società.
Lungimiranza
Un’ottica lungimirante, oltre a suscitare l’interesse degli investitori, sembra far rima con saggezza in considerazione del fatto che fattori quali cambiamenti climatici, invecchiamento demografico, guerre e diseguaglianze incideranno in modo dirompente anche sul mercato finanziario globale.
La valorizzazione del “lungo termine” sconfessa implicitamente le tesi secondo le quali l’azione responsabile non permetta profitti, in tal senso ne afferma invece proprio l’esigenza. In tema di attenzione all’impegno ambientale, ad esempio, va considerato che la salute del pianeta e delle persone che lo vivono va di pari passo con quella dei mercati. Banale ma vero.
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