Il rapporto sull’ «Analisi del gap tra domanda ed offerta di nuove professionalità in ambito ESG» è stato presentato nel corso della 3^ Convention “Cultura, Formazione e Nuove professioni per la sostenibilità” organizzata in collaborazione da Diligentia ETS e CUEIM nell’ambito dei rispettivi progetti ESG 2030 e Cultura e Formazione per un Futuro Sostenibile.

L’indagine è stata svolta in parallelo tra imprese e università. Si è rivolta a 161 imprese medio-grandi disaggregate per dimensione, sentendo i manager e gli amministratori. In particolare, nel settore manifatturiero, la maggior parte si è trattato di medie imprese, circa un 70% al Nord

Obiettivo dell’indagine era capire come la strategia nazionale fosse un punto di riferimento per le imprese. Ne è emerso che le imprese iniziano a considerare, una su due, la cultura della sostenibilità.

Circa il 30% delle aziende ha introdotto nuove figure professionali, quali “responsabile ESG” e “ingegnere ambientale”.

Queste figure provengono prevalentemente dall’interno dell’organigramma, confermando così le difficoltà che le imprese incontrano nel reclutamento di tali risorse sul mercato. Le risorse risultano avere le competenze e i requisiti richiesti.

Per quanto riguarda le università l’indagine ha interessato 23 dipartimenti a indirizzo economico aziendale, di atenei pubblici.

L’offerta formativa curricolare vede l’inserimento per il 66% delle tematiche ESG, con nuovi corsi di laurea e corsi post laurea, con un finanziamento di 180 milioni.

Il 52% dei professori risponde che gli studenti sono coinvolti in tirocini formativi e project work affini alle ESG.

L’87% dei docenti sostiene che queste collaborazioni con gli ordini professionali e associazioni di categoria esistono e sono molto importanti, per creare l’identikit del nuovo professionista ESG.

Solo il 39% sostiene una maggiore richiesta delle imprese e dei datori di lavoro di figure formate su queste tematiche.

Le aziende tendono ad arruolare queste risorse e sono molto attente alla validazione di queste competenze. Una difficoltà comune per le imprese e le università è l’integrazione delle tematiche ESG in un’ottica di interdisciplinarità tra finanza, ingegneria, diritto, psicologia e sociologia, con percorsi trasversali e le soft skills”.

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