AIUTO ALLA GENITORIALITA’ E PREMIALITA’ NEI BANDI PER LA FILIERA:

LE IMPRESE SI CONFRONTANO SULLE PARI OPPORTUNITA’

AL 2° FORUM ESG 2030 presentato il progetto condotto da DILIGENTIA ETS sulla parità di genere, sostenuto dal Mase – Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Tra i relatori, i dirigenti di Danone e A2A spiegano come il sostegno alle donne e alla famiglia siano fattori di competitività e come le certificazioni non debbano essere vissute come un obbligo ma come una vera opportunità economica e di cambiamento.

Il 24 marzo 2022 è stata definita la Prassi di Riferimento UNI/PdR 125:2022, uno strumento utile per misurare e valutare la parità di genere attraverso i KPI (indicatori chiave di prestazione). Questo prevede da parte degli operatori economici la strutturazione e adozione di un insieme di indicatori sia di natura quantitativa sia qualitativa per misurare l’efficacia delle azioni intraprese per creare un ambiente di lavoro inclusivo delle diversità.

A due anni dalla pubblicazione della «Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022» e a un anno dall’inizio degli studi e del paziente lavoro condotto da una nutrita Commissione Tecnica di esperti, al 2° FORUM ESG 2030 è stato presentato lo stato dell’arte dell’importante progetto che Diligentia ETS sta portando avanti con il sostegno del MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Tra i 17 obiettivi ONU dell’Agenda 2030, uno in particolare è stato portato all’attenzione, ed è stato il Goal 5, quello legato alla parità di genere e che introduce anche il Goal 10, che intende ridurre anche le disuguaglianze all’interno e fra i Paesi.

A coinvolgere e moderare i relatori su questi temi sono state:

Claudia Franceschelli, Coordinatrice tecnica della Commissione Parità di Genere e Vice Presidente di Diligentia ETS.

Giulia Biselli, Founding Partner at BST Impact Head of Partnerships and Institutional Relations.

Ilaria Pierozzi, QH&S Auditor, Social Assessor, MR, Head of textile inspection division, sustainability auditor.

Ha introdotto Claudia Franceschelli:

“Tutte le attività legate alla parità di genere fanno parte della Missione 5 del PNRR, per la quale è stata predisposta una discreta quantità di risorse. L’obiettivo era quello di passare da un indice ESG che nel 2021 era di 63.8, che poneva l’Italia nella seconda parte della graduatoria dei Paesi dell’Unione europea, a +5 punti nel 2026. L’Italia, dal 2021 a fine 2023, ha raggiunto sicuramente un buon miglioramento, perché siamo passati da 63.8 a 68.2. Tutto è perfettibile. I due fattori che hanno accelerato il processo sono stati da un lato la certificazione PdR 125 e dall’altra la novità che è stata introdotta nel codice degli appalti, cioè l’articolo 108 comma 7, che prevede delle premialità”.

Ha poi continuato: “La prima tranche delle risorse del Dipartimento pari opportunità gestite da Unioncamere (il 2° FORUM ESG 2030 si è tenuto proprio nella loro sede il 18 e 19 aprile scorsi) è stata finalmente erogata: tutte le regioni le hanno utilizzate e messe a disposizione. Quest’estate ci sarà la seconda tranche per i percorsi di formazione e accompagnamento delle imprese verso la parità di genere. Diligentia ETS ha portato avanti una serie di iniziative per sviluppare dei percorsi integrati, sensibilizzando le imprese sulla parità di genere”.

“Abbiamo cercato di delineare degli strumenti sempre più completi e delle attività di formazione e informazione, a seconda delle esigenze delle aziende e della loro necessità”, ha aggiunto Giulia Biselli.

“In questa fase di ricerca si sta cercando di individuare anche le criticità che insite nella PDR 125 stessa e dei motivi per le quali le aziende faticano a rispondere agli indicatori. Stiamo valutando suggerimenti ed eventuali migliorie che potrebbero essere fatte proprio in seno alla PDR”.

Ha concluso Ilaria Pierozzi:

“Il percorso della sostenibilità dovrebbe partire da un cambio culturale, per arrivare ai progetti, alle azioni.

Si è partiti un po’ all’inverso. La PdR 125 serviva, sta creando un cambio di cultura, ma occorre fare ora un vero salto: le aziende non hanno ancora compreso che questa è un’opportunità, non solo un modo per avere vantaggi, come sgravi fiscali e punteggi migliori nelle gare d’appalto”.

I vantaggi li hanno toccati con mano all’interno di due gruppi che sicuramente rappresentano storie di successo: Danone e A2A.

Al 2° FORUM ESG 2030 hanno portato le loro esperienze Sonia Malaspina, Direttrice Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Danone, e Mauro Ghilardi, Direttore People & Transformation di A2A.

“Sono assolutamente d’accordo sul fatto che dobbiamo cancellare il concetto che la certificazione sia qualcosa “da adempiere”, una normativa per cui c’è un obbligo. Da noi in Danone la certificazione è arrivata alla fine di un lungo percorso, iniziato fin dal 2011, per esempio con il sostegno alla genitorialità. Persino in Mellin, noto marchio del Gruppo che si occupa di alimenti per l’infanzia, vedevo le donne in condizioni di grande rassegnazione e quasi di rabbia, perché non c’erano i part-time e avevano persino paura dell’evento di una maternità. Andai dall’amministratore delegato e gli chiesi: il 50% della nostra azienda è al femminile, vogliamo farlo diventare un valore? Lui lasciò spazio alle mie proposte. Ho lavorato tantissimo in questa direzione e posso fornire i dati dal 2011: è stato un cambio culturale, organizzativo, psico-affettivo, non economico. Abbiamo messo in campo tantissime misure e oggi abbiamo dei KPI davvero interessanti. La scelta imprenditoriale ha pagato: oggi la presenza di quadri dirigenti femminili è al 55 per cento. L’azienda è competitiva e non lo sarebbe altrettanto senza questo contributo femminile”.

Malaspina ha poi aggiunto: “Quando nel 2023 abbiamo ottenuto la certificazione, ho proposto di trovare un meccanismo che esprimesse davvero la nostra scelta imprenditoriale. Mi sono presentata all’Ufficio acquisti e ho detto: abbiamo come fornitori 500 aziende italiane che sono per la maggior parte piccole e medie aziende distribuite su tutto il territorio. Abbiamo messo quindi una premialità che qualsiasi azienda, qualsiasi altro ufficio acquisti può e deve trovare il modo di imitare. Ragioniamo in percentuale: riconosciamo dal 5 al 10% nell’ambito della gara il valore della certificazione e la parità di genere: così i fornitori che le rispettano hanno un punteggio più alto”.

Per quanto concerne A2A ha raccontato Mauro Ghilardi: “I due pilastri del nostro piano industriale sono la transizione energetica – produrre, distribuire e vendere energia – e l’economia circolare, che significa gestire la raccolta e l’igiene urbana in città come Milano, Brescia, Bergamo, Como, e la gestione dei rifiuti con la produzione di calore ed energia dalla termovalorizzazione dei rifiuti. Ci siamo anche noi confrontati da diverso tempo sui temi della parità di genere. Sei aziende del nostro gruppo, le principali delle circa 170 società, sono state certificate l’anno scorso. Più della metà delle risorse di queste aziende sono femminili. Abbiamo ritenuto che a fronte di un grave problema che il nostro Paese non ha ancora saputo aggredire, quello della denatalità, non potessimo solo chiedere allo Stato e alle istituzioni di fare qualcosa. Per questo abbiamo deciso di commissionare all’Università Bocconi un rapporto sulla natalità, per capire come costruire un pacchetto di genitorialità da offrire a coloro che lavorano per noi. Insisto sul fatto che si tratta di genitorialità non di maternità: anche i padri devono avere una responsabilità nel farsi carico degli oneri oltre che dei piaceri che derivano dall’avere dei figli.

Grazie agli incentivi sia di tempo che economici che offriamo ai nostri genitori nei primi anni di vita dei figli, specie durante la prima infanzia e a scalare fino ai 18 anni, abbiamo oggi una popolazione aziendale che ha una natalità superiore a quella del Paese di circa il 35-40%. Noi ci siamo definiti Life Company, perché vogliamo avere cura della vita per le nostre comunità, i nostri clienti, i cittadini. Ovvio dobbiamo iniziare a farlo anche per i nostri collaboratori e le nostre collaboratrici”.

Elenco Relatori