Con questo nuovo progetto Diligentia si pone l’obiettivo di colmare questo vuoto normativo elaborando una linea guida per la certificazione del rapporto di sostenibilità con un ampio coinvolgimento di parti interessate che abbia l’ambizione di diventare uno Standard per tutti gli utilizzatori (revisori, società di revisione e organismi accreditati).

Come annunciato in un articolo recente, l’Associazione ha promosso la costituzione di un Osservatorio sui Sustainability Reporting Standards.

Il primo importante obiettivo della Commissione Tecnica dedicata all’osservatorio è stato raggiunto con l’invio dei commenti di Diligentia agli standard di rendicontazione di sostenibilità, rispettivamente a IFRS e EFRAG, che erano stati pubblicati per la discussione nel mese di aprile.

L’intento della Associazione è quello di colmare un vuoto normativo. La proposta di Direttiva sul rapporto societario di sostenibilità (CSRD) introduce infatti l’obbligo di certificazione di terza parte indipendente del rapporto di sostenibilità predisposto dalle società in conformità a standard in via di approvazione (EFRAG) e indica i soggetti che dovranno svolgere tale attività: revisori e società di revisione (dalla data di entrata in vigore della Direttiva) e organismi accreditati (su facoltà degli Stati membri).

In base a quale procedura o standard i soggetti identificati dalla Direttiva potranno svolgere il loro incarico? Quali sono i requisiti del processo? Quali gli output? Come si determinano i livelli di affidabilità (assurance levels)?

A queste domande il testo della Direttiva fornisce un’indicazione all’Articolo 26 bis

Principi di certificazione della conformità dell’informativa sulla sostenibilità

  1. Gli Stati membri prescrivono che i revisori legali e le imprese di revisione contabile eseguano la certificazione della conformità dell’informativa sulla sostenibilità conformemente ai principi di certificazione della conformità adottati dalla Commissione secondo la procedura di cui al paragrafo 2.

Gli Stati membri applicano principi, procedure o requisiti nazionali in materia di certificazione fintantoché la Commissione non abbia adottato un principio di certificazione della conformità concernente la medesima materia.

Il problema fondamentale è il seguente: non esiste in Italia (e in Europa) uno standard pubblicamente disponibile che definisca i criteri, i requisiti e le procedure del processo di certificazione di un rapporto di sostenibilità. L’obiettivo primario della Commissione è proprio quello di pubblicarne uno nel 2026.

Tale vuoto normativo è stato colto anche da IAF (International Accreditation Forum, che svolge le funzioni di “accreditamento” degli organismi che intendono svolgere attività di certificazione del rapporto di sostenibilità) che, proprio in virtù della proposta di Diligentia di elaborare uno standard per la certificazione del rapporto di sostenibilità – ha invitato l’Associazione a partecipare, in qualità di osservatore, alle attività di una Commissione “Sostenibilità” recentemente costituita.